Una storia drammatica: come sono stati salvati la gatta Giselle e il suo piccolo Pruno

Una gatta incinta dal grazioso nome Giselle si è trovata in una situazione difficile: l’animale gravido è stato gettato in strada durante il periodo di gelo.

I proprietari negligenti non hanno trovato di meglio che sbarazzarsi dell’animale un tempo amato. Il fatto è che non si sono occupati della sterilizzazione dell’animale in modo tempestivo. E non hanno voluto risolvere il problema già esistente.

A dramatic story - how the cat Giselle and her baby Pruno were rescued

L’aiuto è stato fornito da una ragazza della porta accanto. Non poteva passare, ha preso in braccio la soffice mamma in attesa e l’ha portata da un amico che lavorava in un rifugio. Ma i problemi non sono finiti lì.

Ecco Pruno. Il piccolo era nato per primo, ma finì per essere l’unico sopravvissuto della cucciolata. Giselle ha sofferto molto la perdita dei gattini: ha smesso di mangiare, è caduta in uno stato di sonnolenza. Ha ignorato il piccolo che aveva disperatamente bisogno delle cure della mamma.

I volontari si sono divisi. Alcuni hanno allattato il neonato Pruno, altri hanno cercato di scoprire cosa fosse successo alla madre.

A dramatic story - how the cat Giselle and her baby Pruno were rescued

Le ricerche hanno evidenziato la presenza di altri due gattini all’interno della gatta. Sono morti e l’infezione ha iniziato a svilupparsi. Giselle stava lentamente morendo.

Il veterinario ha eseguito un’operazione d’emergenza. E solo un giorno dopo l’operazione la gatta ha avuto la forza di mangiare.

A dramatic story - how the cat Giselle and her baby Pruno were rescued

Qualche giorno dopo, il piccolo e la madre si sono riuniti. Ma Giselle ha dovuto indossare un giubbotto rosso di protezione. Non permetterà a Pruno di mangiare il latte della madre, avvelenato a causa di un’infezione intrauterina. Ma il piccolo potrà crogiolarsi sotto il fianco della gatta. Entrambi sono felici di stare insieme.

Guardate il video, ma non dimenticate di preparare un fazzoletto. Senza di esso, non c’è proprio verso!

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