Faceva ridere la gente non con le parole, ma con i movimenti e gli sguardi. Mentre crescevamo rincorrendo palle nei parchi giochi, Rowan si costruiva un mondo di silenzio e umorismo: il suo piccolo palcoscenico. Ho sempre pensato che mio fratello fosse un po’… diverso. Nacque in una fredda mattina del 1955, nella nostra tranquilla cittadina di Consett. Ma i nostri genitori aspettavano una bambina, e al suo posto arrivò Rowan.
Io sono Rodney, il primogenito. Poi arrivò Rupert: un turbine di energia. E poi… lui. Rowan, silenzioso, espressivo e profondamente sensibile. Mentre noi correvamo dietro ai palloni da calcio, lui sedeva in un angolo con un libro in mano, ridendo sommessamente e scribacchiando qualcosa con una penna.
Rowan non brillava mai sul campo da gioco. Ma nelle lezioni di scienze, brillava. Un insegnante una volta disse: «Tuo fratello è un architetto della mente». E allora capii: veniva da un altro mondo.
Da Newcastle a Oxford, la sua strada sembrava destinata all’ingegneria. Ma ho potuto vedere come la risata sia lentamente diventata il suo vero strumento 🛠️😂. La prima volta che si è esibito sul palco dell’università, eravamo tutti seduti in prima fila. Ci fu un silenzio… finché non ha iniziato a muoversi. Nessuna parola. Eppure tutta la sala scoppiò a ridere.
Quello è stato il momento. Ho capito: non stava interpretando un personaggio. Era quel personaggio. Un eroe silenzioso, i cui movimenti erano precisi, i cui gesti erano incredibilmente divertenti.
Il mondo lo avrebbe conosciuto come Mr. Bean. Ma per noi era sempre Rowan, il nostro fratello silenzioso che raccontava storie con gli occhi, che sapeva trasformare anche la seduta a un tavolo in un teatro. Mr. Bean è diventato l’ingegnere della risata. Niente paroloni, niente monologhi complessi.
Bastava uno sguardo e il mondo intero rideva. Ha dimostrato che la vera comicità a volte inizia dove le parole non servono più, e che un gesto brillante può parlare più forte di mille frasi.