Una donna svedese, soprannominata “la vera donna bionica”, è diventata la prima persona a beneficiare di un arto robotizzato integrato nei suoi sistemi nervoso e scheletrico.
La donna, chiamata Karine e di cinquant’anni, ha ricevuto l’arto avanzato alcuni anni fa dopo aver perso la mano destra in un incidente agricolo avvenuto vent’anni fa.
Karine ha subito per anni crisi nervose e le protesi convenzionali le fornivano scarso sollievo. In un intervento chirurgico nel dicembre del 2018, Karine ha ricevuto l’impianto del braccio bionico.
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Un articolo pubblicato su Science Robotics rivela che Karine,
dopo tre anni, può ora svolgere l’ottanta per cento delle attività che faceva in precedenza con entrambe le mani, sperimentando persino sensazioni nel suo arto artificiale.
Il braccio bionico è stato sviluppato da un team di ingegneri e chirurghi svedesi, australiani e italiani,
che considerano la soluzione come rivoluzionaria per le persone con amputazioni, combinando tecniche chirurgiche, impianti e intelligenza artificiale.
Da quando ha iniziato a utilizzare il suo braccio bionico a metà del 2019, Karine ha testimoniato un miglioramento significativo nella sua vita quotidiana,
definendo il suo braccio bionico come un cambiamento che le ha permesso di riacquistare l’indipendenza nelle attività quotidiane e ridurre notevolmente l’uso di farmaci.