Questa ragazza ha abbandonato la sua vita precedente ed è andata a salvare elefanti in Africa

A volte le persone scelgono di aiutare gli altri. Soprattutto chi non è in grado di badare a se stesso. E questo è degno di rispetto!

Chloe Buting ha studiato medicina veterinaria in Australia. Dopo la formazione, ha deciso di non rimanere a casa, ma di aiutare gli animali in tutto il mondo.

Ora è conosciuta come «Jungle Doctor» e tra gli utenti di lingua russa come «Australian Aibolite».

Da 4 anni la ragazza si prende cura degli elefanti in diverse parti del mondo. Dal 2018 fa parte di un gruppo di veterinari che aiutano gli animali con la proboscide in Thailandia e in Sudafrica. È lì che un gran numero di elefanti soffre a causa delle attività dei bracconieri e delle mine pericolose.

La ragazza cura gli elefanti, li protegge dalle persone e realizza per loro delle protesi in modo che gli animali intrappolati possano tornare alla vita normale e muoversi comodamente. Nei pressi di Chiang Mai, in Thailandia, gli elefanti calpestano spesso le mine antiuomo al confine. Grazie a Chloe e ad altri veterinari, gli elefanti colpiti sono ora in grado di camminare di nuovo con protesi speciali.

«Le protesi di alta qualità consentono agli elefanti di muoversi comodamente durante il giorno. Se vengono curati e gli arti vengono trattati, non si sfregano», dice Chloe. Se non fosse stato per lei e per gli altri veterinari, gli elefanti non sarebbero mai tornati alla normalità. I medici fanno un ottimo lavoro ogni giorno.

Solo durante una visita in Sudafrica la ragazza è riuscita a rendersi pienamente conto del pericolo che ogni giorno minaccia gli elefanti. Lì gli elefanti vengono allontanati dai loro territori, cacciati e gli animali vengono privati dei loro figli. «Gli animali sono in pericolo ovunque, ma noi siamo qui per aiutarli!», afferma la veterinaria.

Chloe è impegnata in un programma di protezione degli elefanti e dei rinoceronti dai bracconieri. Il suo lavoro si svolge al confine tra Mozambico e Sudafrica. «Per salvare il mondo da un disastro ecologico, non è necessario andare in Africa», dice Chloe. «Vale la pena di pensare ai beni che acquistiamo regolarmente: come influiscono sulla natura e dove vengono prodotti».

 

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